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Lettera di Mazzini a Tanara

  • Data:24 /(?)/1865
  • Segnatura collocazione:T1.3A1

Descrizione:
Mazzini scrive a Tanara accettando "con animo grato l'onore cha avete voluto farmi" (la nomina a presidente della Fratellanza Artigiana?), esorta a preservare compatto il partito e ad avere sempre chiaro il fine dell'azione: la Patria, che deve essere "una, secura e potente tra le frontiere che Dio le addita", fatta "di cittadini liberi tutti e affratellati in attività d'opere, nella coscienza di un intento comune, d'un dovere comune, d'una fede universalmente accettata". Precisa che tre sono i pilastri della Patria: Unità (occorre liberare quanto prima Roma e il Veneto), Libertà (occorre una riforma sociale che punti sull'educaziona nazionale gratuita e obbligatoria per tutti affinchè tutti conoscano i propri diritti e i propri doveri, deve essere garantita la libertà di pensiero in ogni sua espressione), Associazione (perché i cittadini possano operare per la libertà universale). Conclude affermando che "L'Italia, o miei fratelli, sarà una, indipendente, libera, affratellata nella coscienza d'una missione". La lettera termina con la dedica "Alla Società Fascio Garibaldino Parma"


Trascrizione:


       Fratelli
       Accetto con animo grato l’onore che avete voluto
farmi. È per me un nuovo incitamento a compiere
finché vivo, ciò ch’io credo dovere e meritarmi per
sempre l’affetto vostro.
       La fratellanza che noi stringiamo è seria come le
condizioni del paese richiedono. Abbiamo debito di consi-
gliarci liberamente a vicenda. Mediterò sempre i consi-
gli che vorrete darmi. E voi farete, ne sono certo, lo
stesso de’ miei.
       E i miei sommano in uno che andrò ripetendo
a quanti mi richiedono di collaborazione.
Ordinare il partito quanto più compatto è possi-
bile, indipendente da ogni bandiera, da ogni program-
ma anteriore, alla religione del fine, unica norma
del Dovere.
       Il fine è la Patria: la Patria non conquistata
non rappresentata finora e alla quale ogni lungo in-
dugio, ogni condizione provvisoria di cose accresca
visibilmente pericoli.
       Patria non è se non Una, secura e potente tra
le frontiere che Dio le addita; vivente con dignità
e intrepida coscienza di doppia vita, interna ed es-
terna, informata allo stesso principio, progresso di sé
per altrui: ogni nazione, l’Italia più che ogni altra


ha una missione in Europa a pro’ dell’Umanità.
       Patria non è, se non di cittadini liberi tutti e affra-
tellati in attività d’opere, nella coscienza di un in-
tento comune, d’un dovere comune, d’una fede uni-
versalmente accettata: la Libertà senza Associazione
guida all’Anarchia, la Associazione senza Libertà alla
tirannide con qualunque nome si mascheri.
       Patria non è se non rappresentata da un Patto
Nazionale che definisca intento e doveri, assicuri in-
violabile la Libertà e promuova l’Associazione;
[non si capisce]
a vincolar tutti, dal suffragio di tutti; e costituisca
legalmente il nuovo patto della Nazione Italiana.
       Unità: Libertà: Associazione; son tre termini
Indivisibili, senza i quali la Patria è menzogna e
ironia.
        Unità: Venezia quindi e Roma: per iniziativa
di popolo che sente il suo diritto, con armi proprie
senza aiuti stranieri fuorché di popoli, senza con-
cessioni che mutilano o violano il diritto:
        Libertà: riforma sociale quindi, quanto è necessa-
ria perché Libertà non suoni parola vana: Edu-
cazione Nazionale gratuita e obbligatoria per tutti
tanto che tutti sappiano i loro Doveri e i loro di-
ritti: miglioramento delle condizioni economiche dei


più perché possano, senza rovina, [non si capisce] il tempo
indispensabile all’Educazione
        Associazione: Libertà illimitata quindi d’Associa
zione parziale, perché i cittadini s’educhino, s’avvezzi-
no alla universale: libertà del pensiero in ogni sua
espressione, perché i cittadini possano illuminarsi a
scegliere con coscienza fine e metodo d’associazione.
Libertà individuale, perché ogni uomo rechi all’As-
sociazione un io
[non si capisce], un individuo [non si capisce]
non dominato dalla necessità e dalla paura.
        E al di sopra di tutto questo, la Morale: la Morale
ch'è unico criterio del Bene e del Male: la Morale
[non si capisce] su quel concetto della Legge, provvidenziale che ha
nome Progresso, tollerante quindi e non imprigionata
negli angusti limiti d’una setta qualunque: riverente
a quanto di bene è negli insegnamenti del passato, più
riverente ai diritti dell’avvenire: la Morale violata
oggi sfrontatamente in chi regge dall’Assenza d’ogni
dottrina, dall’egoismo d’uomini che non vedono nella
autorità esercitata una missione ma un mezzo di do-
minazione e di ricchezza dalle facili teoriche dell’
opportunismo, del culto dei fatti esistenti, dell’ipocrisia
con ogni potente.
        È questo, parmi, il programma al quale deve com-


pimento tutto il Partito. E per questo è necessario che v’
adopriate voi tutti a che il vostro fascio Garibaldino di-
venti, come intende il Preside vostro, fascio Italiano.
       Io vedo al di fuori della vostra, associazioni di Pro-
gresso, Circoli Democratici e fratellanza d’ogni sorta
contrassegnata da nomi diversi e nondimeno animata
d’uno stesso spirito e seguaci di tendenza uniformi. Tut-
te queste fratellanze dovrebbero, accettando quel pro-
gramma, stringersi in una, pegno dell’Unità invoca-
ta e simbolo visibile di potenza: tutte serbando i
loro nomi locali, dovrebbero considerarsi e dirsi sezio-
ni d’una Falange Sacra, esercito
[non si capisce] dell’avve-
nire.
        E questa falange può, volendo, ordinarsi, malgrado
gli ostacoli ch’altri frappone. Nessuno può impedire
che diate tutti assenso allo stesso programma: nessuno
che vi dividiate, ovunque molti fra voi sono raccolti
a [
non si capisce], in commissioni speciali aventi a fine la
Stampa, la diffusione della fratellanza, l’apostolato
fra i popolani della città e della campagna, l’eserci-
to: nessuno, che ciascuno di voi economizzi i suoi
mezzi ad armarsi per fare un giorno omaggio dell’
armi a Venezia e Roma: nessuno che ciascuno di voi
[non si capisce] a una quota mensile e si faccia centro di
sottoscrizioni tra i conoscenti, a fondare una Cassa


indispensabile a qualunque impresa.
         L’Italia, o miei fratelli, sarà una, indipendente, li-
bera, affratellata nella coscienza d’una missione; ma
è tempo che quanti proferiscono quelle parole cerchino
verificarle praticamente. Oggi, v’è spreco di proteste
inutili e indecorose; d’aspirazioni, talora artificiose, a
programmi indefiniti, quando potete tutti desumere
il vero da quel santo nome di Patria [non si capisce] a fondo;
di vitalità individuale sollecitata troppo sovente da
vanità meschine sempre, in oggi colpevoli, a separasi
da ogni opera collettiva; di questioni sull’importanza
o sulla inutilità della forma, come se ogni idea non
avesse una forma propria, come se la Patria non fosse
suprema su tutte, come se non dovessero giudicarsi dai
loro effetti, come se il fine da raggiungersi non dovesse
additar la migliore. È tempo che ciascuno di noi im-
pari la dignità del silenzio, l’importanza d’un lavoro
definito, la suprema necessità dell’associazione di tutti
a compirlo.
           Addio, fratelli. Fido in voi: fidate nel vostro

           Gius. Mazzini

24.65

[in verticale]
Alla Società
“Fascio Garibaldino”
Parma

Museo Faustino Tanara via cesare battisti 20 langhirano Pr
info@museotanara.it

Orari ingresso libero e gratuito da lunedì a venerdì (orari da verificare)

Con il contributo di: Fondazione Cariparma

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